mercoledì 20 ottobre 2021

Sapori d'infanzia

Cantava Francesco Guccini:
 
"E un giorno ripensi alla casa e non è più la stessa;
In cui lento il tempo sciupavi quand'eri bambina;
In cui ogni oggetto era un simbolo ed una promessa;
Di cose incredibili e di caffellatte in cucina".
 
Mi è sempre piaciuto questo passaggio, poetico come sempre sa fare l'autore e allo stesso tempo ricco di verità; una verità che coinvolge chiunque quando, da adulto, prova a soffermarsi sulle mura della casa dove è cresciuto. E' inevitabile quindi prendere in considerazione i ricordi, belli e meno belli, che quel luogo ci propone; ricordi che, piaccia o meno, fanno parte di noi e costituiscono una buona fetta di ciò che, ormai grandi, siamo diventati. E allora mi vengono in mente le acciughe al verde sapientemente adagiate su una fetta di pane per una merenda di sostanza, con buona pace delle merendine industriali. Mi viene in mente quando mi alzavo di notte e rubavo i peperoni con la bagna cauda dal frigorifero e di quanto mia madre, il mattino dopo, facesse finta di arrabbiarsi perchè tutto ciò che restava era un contenitore desolatamente vuoto. Mi viene in mente la convivialità del pinzimonio, ottima scusa per farmi mangiare verdure, o la ben più apprezzata bourguignonne dove davo il meglio di me consumando quantità di carne da far impallidire anche Obelix. E poi il minestrone, le foglie di cavolo ripiene e mille altri profumi e sapori. Ma in tutto questo l'unico vero elemento che davvero conta è il contesto; qualsiasi sensazione che ci riporti alla memoria il nostro essere stati bambini, non è altro che la trasposizione sensoriale di un sentimento, di quell'amore che respiravamo in casa e che si traduceva anche, ma non solo, in quei profumi e sapori sopra citati. Tutto riconduce all'amore che abbiamo ricevuto e ci fa da stimolo per darne altrettanto, in una logica di continuità affettiva di cui il cibo è uno dei migliori testimoni.