domenica 2 ottobre 2022

Nostalgie musicali

Il buon caro vecchio vinile.

C'era una gestualità nell'ascolto della musica.

C'era un prendere un oggetto fisico e per certi versi delicato.

C'era il poggiarlo delicatamente sul piatto per pulirlo dalla polvere e liberarlo dalle cariche elettrostatiche.

C'era il muovere la testina del giradischi al punto giusto e vederla scendere piano verso quella promessa di buona musica che girava sotto i nostri occhi, fino a renderne illeggibile l'etichetta.

C'era un'attesa e poi c'era quel TAC che segnava l'inizio di un'esperienza sensoriale unica.

Non era solo ascoltare musica, era averne cura.

Era quasi un rito pagano.

Necessità

Chiacchierando con il mio insegnante di chitarra, alla mia frase “renderei un obbligo di legge imparare uno strumento, o dipingere, ballare, scolpire…” la sua risposta è stata una delle migliori affermazioni che abbia mai sentito: “è vero, perché affacciarsi a una forma d’arte ci costringe a rapportarci col bello e questo ci rende meno tolleranti verso il brutto, quindi in un certo senso l’arte contribuisce a creare persone migliori e di riflesso, un mondo migliore”.

Era una chiacchierata giusto per staccare un attimo dalla lezione, ma questa sua affermazione mi ha fatto riflettere molto.

E in occasione del “concerto” di fine anno della scuola di musica, vedere alternarsi sul palco artisti in erba e altri ormai pienamente padroni del proprio strumento o della propria voce, mi ha riportato a quelle parole ed a come siano dannatamente vere.

Da un lato giovani allievi alla ricerca di quella bellezza, dall’altro musicisti e cantanti che quella bellezza la stanno facendo fruttare…ma in tutto questo c’è un punto in comune: la gioia di esprimerla questa bellezza.

Recita una frase “l’arte è una necessità umana” e osservando quei ragazzi mi rendo conto di quanto sia vero, di quanto l’arte porti in sé la gioia sia di chi la pratica, sia di chi ne usufruisce da spettatore.

E forse è vero che di arte non si campa (salvo alcune eccezioni), ma è anche vero che non si campa senza arte, perché è inutile nutrire il corpo se poi non si nutre anche l’anima.