Tra il 29 settembre e il 4 ottobre 2014, sono stato in pellegrinaggio a Medjugorie: questa la fredda cronaca dei fatti:
29 settembre:
Ore 4:50 in attesa del pullman per medjugorie. Età media 137 anni. Si fa interessante.
Ore 5:17 a Poirino sale gente con meno di 70 anni: forse stanno iniziando le prime visioni?
Ore 12:00 la fame aiuta nelle visioni: compaiono in sequenza
spaghetti aglio e olio, filetto al pepe verde con patatine e macedonia.
Caffè e grappino solo per i casi più gravi
Ore 13:30 autogrill per il pranzo. Cristianissima rissa per
accaparrarsi gli ultimi Capri e Apollo: tre feriti e due dispersi il
bilancio finale. In pullman si starà più larghi
Ore 17:15 autogrill in croazia. Mega partitone a football americano
per aggiudicarsi un posto in fila per il bagno. Più agguerrite le
signore che a suon di borsettate nel basso ventre si fanno largo tra la
difesa. Nota positiva, ottimo il caffè anche se il prezzo ha suscitato
alcuni commenti poco mariani: 2 espulsi e uno squalificato. Sul pullman
si starà ancora più larghi.
Ore 20:00 arrivo in hotel a gospic. Cazzo, si sono ciulati il bidet. A
proposito, match di rugby per prendere le valige: la gara a
eliminazione prosegue, ma noi siamo ancora qui……hunger games, ci fate
una pippa!!!
Ore 22:15 finita cena…momenti di panico di alcuni commensali che si
sono visti passare davanti la pasta al ragù senza che venisse loro data:
i camerieri hanno rischiato il linciaggio, salvati dal tempestivo
intervento della polizia locale. Conosciuto tal remigio che è convinto
che la fuga dall’Egitto del popolo ebreo sia successiva alla morte di
Cristo: il parroco ha avuto un malore e lo ha rimandato a settembre di
religione, con voto “N.C.” Probabilmente qualcuno è convinto che domani
vedremo apparire Madonna, la pop star. L’avventura continua…….
30 settembre:
Giorno 2, ore 7:00 colazione. A quanto pare i pellegrini non facevano la
colazione da mesi, visto l’accanimento con cui si sono avventati sul
buffet. Il personale dell’albergo, a scopo cautelativo, ha organizzato
una linea di difesa per le cucine: alcuni tra i più intrepidi pellegrini
ha addosso i segni del filo spinato durante la battaglia. Partenza per
medjugorie prevista per le 7:30, esclusi i 5 feriti e i 2 ricoverati per
ferite medio-gravi….
Ore 15:25 siamo a medjugorie da un po’. Fatto pranzo (solita rissa
per i posti a sedere) e attendiamo di recarci presso i luoghi di
meditazione. Durante la visita a una chiesa qui vicino, interessanti
scene di pellegrini in posa, abbracciati a statue di maria o di gesù, in
attesa di foto ricordo con tanto di espressione mistica del tipo “ho
una visione”. A stento trattengo la voglia di fargli avere una visione
del mio gancio destro sull’arcata dentale superiore.
Ore 22:40, appena rientrati dall’adorazione dell’eucarestia dove
canti e brani venivano eseguiti in svariate lingue: ti adoro in tutte le
lingue del mondo. Buona notte.
1° ottobre
Ore 12:30. Pranzo dopo scalata al monte della via crucis e messa
finalmente in italiano. Alcuni segni di cedimento fisico da parte di
alcuni pellegrini, ma per ora nessun segno di possibili passaggi alla
vita eterna. Con la scalata pomeridiana potrebbe accadere di tutto, si
aprono le scommesse. Buon appetito.
Ore 20:15 a cena dopo due scalate con tanto di cani guida e bastoni
antivipera. La mia vicina di tavolo si è autoproclamata mia nonna e
tenta di farmi mangiare tonnellate di cibo. Considerando che ha più
barba di me, non oso contraddirla, se non altro per puro spirito di
sopravvivenza. Il resto della truppa se la cava anche se arrivano alcuni
segni di cedimento psico-fisico. Domani il clou con l’apparizione di
Maria: chiederó di cambiare vicina di posto a tavola, speriamo bene.
Buona serata.
Ora vado a fare due passi per comprare elmetto e giubbotto
antiproiettile: pare che domani, in occasione dell’apparizione di Maria,
ci sarà lo scontro finale con pellegrini da tutto il mondo. Chi
sopravvive potrà considerarsi miracolato…..per ora. Buona notte.
2 ottobre
Giovedì 2 ottobre, giorno dell’apparizione. Sveglia alle 5:30 con
tentativo di smadonnamento subito trattenuto visto il tema della
giornata. Colazione alle 6 e poi a piedi verso il luogo dell’evento.
Giunti sul posto troviamo una folla che al confronto l’unica data
italiana degli U2 è una festa dell’oratorio. Spazio vitale procapite
circa 30 cm quadrati. Iniziano le prime liti per accaparrarsi un posto
in prima fila anche con utilizzo di un linguaggio molto pio (che il
signore ti fulmini un esempio eclatante). Una vecchietta,
particolarmente assatanata, ha iniziato a inveire contro una giovane
ragazza accusandola di occupare troppo spazio: capito che la malcapitata
non era italiana, se ne esce con l’affermazione “you have problems”. La
ragazza si guarda intorno smarrita e quando incrocia i miei occhi
sembra dirmi “gliela dai tu una testata, che io mi vergogno?”. Pochi
minuti dopo, molto coerentemente, la folla si apre come le acque del mar
rosso, per permettere all’attore pippo franco di passare……potere della
TV.
Arriva il momento dell’apparizione e un silenzio irreale avvolge tutta
l’area: viene poi letto il messaggio che Maria ha lasciato per i fedeli
e, in pochi istanti, riprendono le ostilità tra i pellegrini.
Praticamente l’apparizione è stato l’intervallo tra il primo e il
secondo tempo di questa lotta fratricida che ha esaltato la natura umana
in tutto il suo splendore: in estrema sintesi “meritiamo l’estinzione”
A pranzo riesco ad evitare la mia nuova nonna, che peró ha fatto
adepti e mi vedo costretto a mangiare 5 peperoni ripieni preceduti da
due piatti di pasta formato obelix. Seguono svariate discussioni su cosa
si è visto, con tanto di reportage fotografici dove si afferma di aver
visto in sequenza: 2 soli, il volto di Maria, il cielo multicolore, 3
ufo, 5 asini volanti, la faccia di berlusconi che saluta la folla
abbracciato a gesù, borghezio che fa il ditone a tutti mentre si
scaccola col tricolore. La dialettica tra fermanente convinti e scettici
si accende sempre più fino al tragico epilogo dove, a colpi di dessert
tirato in faccia, la sala da pranzo si trasforma in un campo di
battaglia con trincee improvvisate. Molti i caduti sul campo, soffocati
da numerosi colpi di trancio alla banana. Ora cinsi riposa per
affrontare l’ultimo pomeriggio dove gli ultimi sopravvissuti tenteranno
di raggiungere incolumi la nottata per poter ripartire verso casa,
ammesso che ci si arrivi. Buon pomeriggio.
Nel pomeriggio viene organizzata la visita ad un orfanotrofio ed a
una comunità di recupero per ragazzi. In entrambi i casi si portano
diverse valigie di roba da donare: ovviamente mi viene chiesto di
portare quella carica di piombo che trascino con sforzo disumano fino a
destinazione chiedendomi quale cacchio di indumenti possa avere un peso
così. Interessanti e toccanti le testimonianze in entrambe le strutture,
come altrettanto interessante è stato constatare come si sia riusciti
ad uscire vivi dai piccoli negozietti messi a disposizione dei fedeli,
dove l’assalto all’arma bianca è proseguito per svariati minuti tra
rosari, immaginette, scatoline, baccialetti, cd, dvd, aranciata coca
birra panini gelati cicles, gratta e vinci.
La sera, a cena, ulteriore testimonianza della proprietaria
dell’hotel, una ragazza italiana con un passato discutibile e rinsavita a
Medjugorie……i casi sono due, o la conversione ha funzionato, o la droga
assunta era davvero tanta.
Durante la cena, la grazia di Maria è giunta e nè la neo nonna, nè il
suo fans club si sono seduti accanto a me e finalmente sono riuscito a
consumare un pasto normale, anche se in continua apprensione per
svariate occhiate che mi arrivavano da nonnina, piazzata strategicamente
due tavoli più in là, con piena visuale sul mio piatto.
Passeggiata serale con qualcuno che propone di andare in chiesa ad
assistere ancora a un rosario, iniziativa questa prontamente bloccata:
il povero malcapitato credo sia ancora legato al water, imbavagliato con
la carta igienica…verrà recuperato il prossimo anno.
Al rientro si fanno le valige confermando che la roba, per qualche
motivo, quando la togli si moltiplica e non ci sta più…..la
moltiplicazione di mutande e calzini.
Nottata tranquilla in preparazione del primo tratto del viaggio di ritorno.
3 ottobre
Venerdì 3 ottobre, si parte alla volta di Zara, perla della Dalmazia.
All’arrivo, una simpatica vecchietta dice alla vicina: qui siamo in
dalmazia, non in croazia. Il parroco, ex insegnante di geografia, ha di
nuovo un malore e la rimanda a settembre con voto “Mio Dio!”. Lauto
pasto in ristorante dove, ovviamente, gli unici che rimangono senza
posto siamo io e mia moglie. Nonna però non accetta che io resti digiuno
e in 3 secondi si procura 2 tavoli, sei sedie, piatti, posate,
bicchieri, acqua, vino, birra, mi guarda e dice: “mancia, mancia, che
ttti fa bbbene” … i camerieri, terrorizzati, anzichè portarci le portate
nei piatti, ce le mettevano dentro insalatiere e guai a non finire
tutto.
Terminato il pasto, con una guida locale si passa alla visita del centro
storico della città: “questo è il duomo, ma è chiuso” – “questa è una
chiesa molto interessante, ma è chiusa” – “qui potete rilassarvi un po’ e
prendere un caffè, ma non accettano euro”…..insomma, una gran bella
organizzazione.
Alla fine però, ci si va a godere il tramonto in riva la mare, con tanto
di musica ricavata dal movimento delle onde, davvero spettacolare.
Chiediamo di farci fare una foto e il gentile compagno di pellegrinaggio
dice: “con flash o senza?” decide per il senza, visto che dietro di noi
il tramonto è davvero uno spettacolo: risultato, si vede un tramonto da
paura e noi due siamo due macchie nere in pieno controluce….no ma
grazie neh.
Si risale sul pullman verso le 18:30 alla volta di Gospic, per cena e pernottamento.
Arrivati ci si sistema nelle camere e si va a cena dove le discussioni
sono inevitabilmente molto mistiche…..al termine, per dare un tocco di
vita reale, decido di rovesciare la sedia che, provvidenza, finisce in
pieno sul carrello dove la cameriera aveva appena raccolto bicchieri e
bottiglie…..il pagamento dei danni lo rateizzo in 5 anni a interessi
zero.
Si va a nanna, pronti ad affrontare le 14 ore di viaggio che ancora ci
aspettano il giorno dopo, prendendo tristemente atto che ormai il culo
ha la forma del sedile…buona notte
4 ottobre
Sabato 4 ottobre: sveglia, colazione dove, per sfinimento, tutti alzano
bandiera bianca e si arriva ad un trattato di pace sancito da pane burro
e marmellata, cereali e caffellatte.
Si parte alle 8:00 per l’ultimo sforzo verso casa: ogni fermata ad un
autogrill viene accolta da una ola e standing ovation dovute più alle
vesciche piene che a reale convinzione.
Si giunge a Obrov, ridente località della Slovenia, dove ci si ferma per
pranzo in un ristorante immerso nei boschi. Nonna ha provveduto
affinchè avessimo un posto a sedere e 5 camerieri dedicati a riempire
piatti e bicchieri appena fossero vuoti.
Durante una pausa, esco per prendere una boccata d’aria e noto alcune
persone davanti a una piccola struttura, in adorazione: penso vi sia una
immagine della Madonna e vado a vedere. In realtà trattavasi di sana
porchetta in fase di cottura all’interno di un gigantesco barbecue:
madonna o no, la porchetta è sempre la porchetta.
Al termine del pranzo i fumatori si accaniscono sui propri pacchetti di
sigarette, consci che per ore la dose di nicotina non potrà essere
assunta.
Durante il viaggio si scatena, ad un certo punto, la diatriba sul dove
ci si trova: “siamo in Italia” – “siamo ancora in slovenia” – “siamo a
verona” – “siamo a venezia” – io ho letto il cartello piacenza” ….. il
parroco, ex compilatore di mappe per navigatori, ha un ictus e un
infarto, dopodichè afferma: “basta, ci rinuncio, fate come cazzo vi
pare”.
Ultima fermata in autogrill per la cena, dove ormai ci si muove come
automi nella più totale inconsapevolezza di luogo e data e forse anche
di se stessi.
Il casello di Villanova d’Asti viene salutato come un’apparizione
divina e ad ogni fermata per scaricare pellegrini ci si saluta con
calore: “sì sì. ciao, sbrigati a scendere che qua si fa notte”.
Finalmente arriva la nostra fermata: si scende con passo incerto e
circolazione alle gambe praticamente azzerata, si recuperano le valige e
si arriva finalmente a casa dalla quale si ha la sensazione di mancare
da un mese.
Seguono saluti, baci, abbracci finchè la voglia di diventare un tutt’uno
col materasso ha il sopravvento e ci si riappropria del proprio letto.
Qualcosa comunque resta dentro, qualcosa che, in questo tragicomico
pellegrinare, ha comunque raggiunto la parte più intima di noi. C’è chi
la chiama fede, chi la chiama pace, chi la chiama serenità…..ognuno la
chiami come vuole, fatto sta che è lì e credo ci resterà a lungo finchè
non decideremo cosa farne e come concretizzarla nella nostra vita. Una
cosa è certa, ripensando a questa settimana, si è ritornati un po’ più
ricchi e non credo che sia una cosa che si possa dire di ogni viaggio
che facciamo……..Grazie a tutti per l’attenzione e per aver condiviso con
noi questo piccolo racconto a puntate, a volte dissacrante, a volte
ridicolo, ma non credo che lassù se la prenderanno: suppongo che abbiano
un grande senso dell’umorismo e una gran pazienza, altrimenti non si
spiegherebbe perchè non ci si sia ancora estinti. Un saluto a tutti.