Il mondo maschile è veramente fantasioso quando si tratta l'argomento "donne".
Si
dice che una donna può simulare un orgasmo, ma un uomo può simulare una
relazione intera, il che la dice lunga su questi due universi
paralleli, in continua ricerca di punti di incontro che sono sempre più
rari, ma che ,quando si trovano, sono uno spettacolo.
Uomini
capaci di lasciar morire donne in una fabbrica e uomini che scendono in
piazza per ricordarle ogni 8 marzo (in realtà è una leggenda, l'origine
della festa della donna è ben diversa, ma poco importa). Uomini che da
sempre detengono potere e prestigio nella vita pubblica e anche in
quella privata a tal punto da arrivare ad uccidere ciò che sentono di
loro proprietà e che, in quanto tale, non possono tollerare che sia
proprietà di altri; il concetto di proprietà si ripete in molti aspetti
della vita e non ne ho mai capito il senso: mia moglie, i miei figli, i
miei operai, i miei amici, ecc. l'utilizzo dell'aggettivo possessivo si
rende necessario per indicare un certo tipo di rapporto personale, ma
spesso travalica il suo significato contestualizzando l'oggetto della
frase a "cosa" realmente posseduta senza rendersi conto che la moglie
(come il marito e gli amici) è lì per sua volontà in un atto di dono
volontario di se stessa, che i figli sono del mondo e noi dobbiamo
prepararli ad esso laciandoli poi andare, e via di questo passo.
In
questi giorni di festa mi è venuto da riflettere persino sulle due
figure che più frequentemente vengono utilizzate per simboleggiarne il
senso materiale (quello spirituale ormai è ridotto ai minimi termini,
ahimè), ovvero Babbo Natale e la Befana. Anche in questo caso,
perdonatemi la forzatura, mi sembra che vi siano delle nette differenze
tra i due personaggi: Babbo Natale è un simpatico vecchietto che tutti
amano perchè dispensatore di doni. E' pacioccoso, allegro, viaggia di
lusso con slitta super splendida e incredibili renne volanti che lo
scarrozzano di tetto in tetto a scaricar regali dai camini (ma chi ce
l'ha mai avuto un camino, ndr).
La Befana è una vecchietta
bruttina, mal vestita e direi piuttosto inquietante in alcune
rappresentazioni: viaggia su una scopa malandata e porta regalini
(piccoli) o il famigerato carbone se si è stati cattivelli. Quindi la
Befana discrimina, giudica, punisce e poi fa terminare tutte le feste
per riportarci al tran tran quitidiano di lavoro e scuola.
Lungi
da me sminuire il valore simbolico di questi personaggi, ma è fuori
dubbio che vi siano, ancora una volta, delle diversità.
Babbo
Natale è lo stereotipo perfetto dell'ego maschile: uomo di successo,
benvoluto, ben vestito, nella sua vita pubblica tutte le attenzioni sono
per lui, ha "operai" che lavorano per garantirgli il successo (elfi),
benefattore e idolo delle folle.
La Befana al contrario assume un
carattere quasi insignificante, relegata a ruolo di gregario del
Babbo...una valletta e per di più guastafeste.
Eppure la sua
figura mi viene da paragonarla al concetto di donna, nel suo significato
più alto: è anziana ma arzilla a testimoniare la maggior resistenza
delle donne alla fatica (babbino per fare il suo mestiere ha bisogno del
macchinone, non se lo sogna neanche di cavalcare un aspirapolvere). E'
vestita un po' così probabilmente perchè fino a 5 secondi prima di
partire era lì a casa a riassettare, cucinare, lavare, stirare. Cavalca
una scopa perchè così quando torna a casa è già pronta a riprendere le
faccende lasciate in sospeso, che mica c'ha la servitù lei. Porta doni
piccoli e carbone perchè sa che l'affetto passa dalle piccole cose e
soprattutto passa anche dalla capacità di essere severi quando serve. Fa
tutto in modo spontaneo, gratuitamente, senza che qualcuno glielo debba
chiedere: niente lettere, telefonate, bigliettini appesi nei centri
commerciali, disegni, email o sms. Nessuno la ringrazia, anzi qualcuno a
fine festa la brucia in piazza, eppure lei torna sempre, silenziosa,
anonima, ma anche forte e concreta.
La Befana, come la donna, ci
riporta alla realtà dopo l'ubriachezza data dall'eterno infantilismo
degli uomini che, anche a 70 anni, basta che vedano un pallone e
ritornano all'età mentale di 5 anni, ammesso che mai abbiano avuto
un'età più avanzata.
La Befana, come la donna, ci riporta alla
vita vera dopo un attimo di sbandamento fisico e psicologico; il suo è
un mestieraccio, mal pagato, non riconosciuto, ma qualcuno deve pur
farlo e lei lo fa.
Quindi care donne, quando vi sentirete fare
gli auguri per la vostra festa il 6 gennaio, dimostrate fierezza e
orgoglio, perchè voi sarete pure delle befane, ma coloro che ve li hanno
fatti sono proprio dei babbi.
mercoledì 5 gennaio 2022
L'orgoglio di essere Befana
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento