Correva l'anno 1981; io bambino di 10 anni stavo cercando
faticosamente (e inconsapevolmente) la mia strada, la mia
personalità e, in tutto questo, anche un'identità musicale in
grado di rappresentarmi.
Per fortuna o per sfortuna, dipende dai punti di vista,
quell'estate sono andato in montagna insieme a un mio cugino, più
grande e già affacciato al mondo travagliato
dell'adolescenza.
Pesce fuor d'acqua, gironzolavo con ragazzi di 16 anni con gli
ormoni impazziti e la voglia di ribellione che affollava il loro
DNA.
Durante uno dei pomeriggi passati ad affollare l'unico locale del
paese, qualcuno si alzò, mise 200 lire nel juke box (che belli i
tempi dei juke box e delle lire) e inserì il codice del disco che
voleva condividere con i presenti...me compreso.
Bastarono circa 5 secondi per farmi entrare nel mondo che non ho
mai più abbandonato: quell'inizio così vigoroso fatto di chitarra
elettrica distorta, quella voce graffiante, quel crescendo di
potenza, quegli assoli di cui potevo solo immaginare la velocità
delle dita sulla tastiera...non avevo ancora capito chi ero, ma
avevo capito quale sarebbe stata la colonna sonora della mia vita
e quale strumento avrei provato a imparare a suonare (oggi posso
dire con scarsi risultati, ma è l'intenzione che conta no?).
Spesso sono piccoli istanti, imprevisti ed estemporanei, a
cambiare per sempre qualcosa in noi. Io ringrazio quel ragazzo
per aver messo quel disco...i miei vicini di casa, invece, lo
maledicono da anni.
C'est la vie.
lunedì 30 agosto 2021
Viaggio musicale: prologo
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