mercoledì 10 novembre 2021

Cronaca semi seria di un pellegrinaggio

Tra il 29 settembre e il 4 ottobre 2014, sono stato in pellegrinaggio a Medjugorie: questa la fredda cronaca dei fatti:

29 settembre:

Ore 4:50 in attesa del pullman per medjugorie. Età media 137 anni. Si fa interessante.

Ore 5:17 a Poirino sale gente con meno di 70 anni: forse stanno iniziando le prime visioni?

Ore 12:00 la fame aiuta nelle visioni: compaiono in sequenza spaghetti aglio e olio, filetto al pepe verde con patatine e macedonia. Caffè e grappino solo per i casi più gravi

Ore 13:30 autogrill per il pranzo. Cristianissima rissa per accaparrarsi gli ultimi Capri e Apollo: tre feriti e due dispersi il bilancio finale. In pullman si starà più larghi

Ore 17:15 autogrill in croazia. Mega partitone a football americano per aggiudicarsi un posto in fila per il bagno. Più agguerrite le signore che a suon di borsettate nel basso ventre si fanno largo tra la difesa. Nota positiva, ottimo il caffè anche se il prezzo ha suscitato alcuni commenti poco mariani: 2 espulsi e uno squalificato. Sul pullman si starà ancora più larghi.

Ore 20:00 arrivo in hotel a gospic. Cazzo, si sono ciulati il bidet. A proposito, match di rugby per prendere le valige: la gara a eliminazione prosegue, ma noi siamo ancora qui……hunger games, ci fate una pippa!!!

Ore 22:15 finita cena…momenti di panico di alcuni commensali che si sono visti passare davanti la pasta al ragù senza che venisse loro data: i camerieri hanno rischiato il linciaggio, salvati dal tempestivo intervento della polizia locale. Conosciuto tal remigio che è convinto che la fuga dall’Egitto del popolo ebreo sia successiva alla morte di Cristo: il parroco ha avuto un malore e lo ha rimandato a settembre di religione, con voto “N.C.” Probabilmente qualcuno è convinto che domani vedremo apparire Madonna, la pop star. L’avventura continua…….

30 settembre:
Giorno 2, ore 7:00 colazione. A quanto pare i pellegrini non facevano la colazione da mesi, visto l’accanimento con cui si sono avventati sul buffet. Il personale dell’albergo, a scopo cautelativo, ha organizzato una linea di difesa per le cucine: alcuni tra i più intrepidi pellegrini ha addosso i segni del filo spinato durante la battaglia. Partenza per medjugorie prevista per le 7:30, esclusi i 5 feriti e i 2 ricoverati per ferite medio-gravi….

Ore 15:25 siamo a medjugorie da un po’. Fatto pranzo (solita rissa per i posti a sedere) e attendiamo di recarci presso i luoghi di meditazione. Durante la visita a una chiesa qui vicino, interessanti scene di pellegrini in posa, abbracciati a statue di maria o di gesù, in attesa di foto ricordo con tanto di espressione mistica del tipo “ho una visione”. A stento trattengo la voglia di fargli avere una visione del mio gancio destro sull’arcata dentale superiore.

Ore 22:40, appena rientrati dall’adorazione dell’eucarestia dove canti e brani venivano eseguiti in svariate lingue: ti adoro in tutte le lingue del mondo. Buona notte.

1° ottobre
Ore 12:30. Pranzo dopo scalata al monte della via crucis e messa finalmente in italiano. Alcuni segni di cedimento fisico da parte di alcuni pellegrini, ma per ora nessun segno di possibili passaggi alla vita eterna. Con la scalata pomeridiana potrebbe accadere di tutto, si aprono le scommesse. Buon appetito.

Ore 20:15 a cena dopo due scalate con tanto di cani guida e bastoni antivipera. La mia vicina di tavolo si è autoproclamata mia nonna e tenta di farmi mangiare tonnellate di cibo. Considerando che ha più barba di me, non oso contraddirla, se non altro per puro spirito di sopravvivenza. Il resto della truppa se la cava anche se arrivano alcuni segni di cedimento psico-fisico. Domani il clou con l’apparizione di Maria: chiederó di cambiare vicina di posto a tavola, speriamo bene. Buona serata.

Ora vado a fare due passi per comprare elmetto e giubbotto antiproiettile: pare che domani, in occasione dell’apparizione di Maria, ci sarà lo scontro finale con pellegrini da tutto il mondo. Chi sopravvive potrà considerarsi miracolato…..per ora. Buona notte.

2 ottobre
Giovedì 2 ottobre, giorno dell’apparizione. Sveglia alle 5:30 con tentativo di smadonnamento subito trattenuto visto il tema della giornata. Colazione alle 6 e poi a piedi verso il luogo dell’evento. Giunti sul posto troviamo una folla che al confronto l’unica data italiana degli U2 è una festa dell’oratorio. Spazio vitale procapite circa 30 cm quadrati. Iniziano le prime liti per accaparrarsi un posto in prima fila anche con utilizzo di un linguaggio molto pio (che il signore ti fulmini un esempio eclatante). Una vecchietta, particolarmente assatanata, ha iniziato a inveire contro una giovane ragazza accusandola di occupare troppo spazio: capito che la malcapitata non era italiana, se ne esce con l’affermazione “you have problems”. La ragazza si guarda intorno smarrita e quando incrocia i miei occhi sembra dirmi “gliela dai tu una testata, che io mi vergogno?”. Pochi minuti dopo, molto coerentemente, la folla si apre come le acque del mar rosso, per permettere all’attore pippo franco di passare……potere della TV.
Arriva il momento dell’apparizione e un silenzio irreale avvolge tutta l’area: viene poi letto il messaggio che Maria ha lasciato per i fedeli e, in pochi istanti, riprendono le ostilità tra i pellegrini. Praticamente l’apparizione è stato l’intervallo tra il primo e il secondo tempo di questa lotta fratricida che ha esaltato la natura umana in tutto il suo splendore: in estrema sintesi “meritiamo l’estinzione”

A pranzo riesco ad evitare la mia nuova nonna, che peró ha fatto adepti e mi vedo costretto a mangiare 5 peperoni ripieni preceduti da due piatti di pasta formato obelix. Seguono svariate discussioni su cosa si è visto, con tanto di reportage fotografici dove si afferma di aver visto in sequenza: 2 soli, il volto di Maria, il cielo multicolore, 3 ufo, 5 asini volanti, la faccia di berlusconi che saluta la folla abbracciato a gesù, borghezio che fa il ditone a tutti mentre si scaccola col tricolore. La dialettica tra fermanente convinti e scettici si accende sempre più fino al tragico epilogo dove, a colpi di dessert tirato in faccia, la sala da pranzo si trasforma in un campo di battaglia con trincee improvvisate. Molti i caduti sul campo, soffocati da numerosi colpi di trancio alla banana. Ora cinsi riposa per affrontare l’ultimo pomeriggio dove gli ultimi sopravvissuti tenteranno di raggiungere incolumi la nottata per poter ripartire verso casa, ammesso che ci si arrivi. Buon pomeriggio.

Nel pomeriggio viene organizzata la visita ad un orfanotrofio ed a una comunità di recupero per ragazzi. In entrambi i casi si portano diverse valigie di roba da donare: ovviamente mi viene chiesto di portare quella carica di piombo che trascino con sforzo disumano fino a destinazione chiedendomi quale cacchio di indumenti possa avere un peso così. Interessanti e toccanti le testimonianze in entrambe le strutture, come altrettanto interessante è stato constatare come si sia riusciti ad uscire vivi dai piccoli negozietti messi a disposizione dei fedeli, dove l’assalto all’arma bianca è proseguito per svariati minuti tra rosari, immaginette, scatoline, baccialetti, cd, dvd, aranciata coca birra panini gelati cicles, gratta e vinci.

La sera, a cena, ulteriore testimonianza della proprietaria dell’hotel, una ragazza italiana con un passato discutibile e rinsavita a Medjugorie……i casi sono due, o la conversione ha funzionato, o la droga assunta era davvero tanta.
Durante la cena, la grazia di Maria è giunta e nè la neo nonna, nè il suo fans club si sono seduti accanto a me e finalmente sono riuscito a consumare un pasto normale, anche se in continua apprensione per svariate occhiate che mi arrivavano da nonnina, piazzata strategicamente due tavoli più in là, con piena visuale sul mio piatto.
Passeggiata serale con qualcuno che propone di andare in chiesa ad assistere ancora a un rosario, iniziativa questa prontamente bloccata: il povero malcapitato credo sia ancora legato al water, imbavagliato con la carta igienica…verrà recuperato il prossimo anno.
Al rientro si fanno le valige confermando che la roba, per qualche motivo, quando la togli si moltiplica e non ci sta più…..la moltiplicazione di mutande e calzini.
Nottata tranquilla in preparazione del primo tratto del viaggio di ritorno.

3 ottobre
Venerdì 3 ottobre, si parte alla volta di Zara, perla della Dalmazia. All’arrivo, una simpatica vecchietta dice alla vicina: qui siamo in dalmazia, non in croazia. Il parroco, ex insegnante di geografia, ha di nuovo un malore e la rimanda a settembre con voto “Mio Dio!”. Lauto pasto in ristorante dove, ovviamente, gli unici che rimangono senza posto siamo io e mia moglie. Nonna però non accetta che io resti digiuno e in 3 secondi si procura 2 tavoli, sei sedie, piatti, posate, bicchieri, acqua, vino, birra, mi guarda e dice: “mancia, mancia, che ttti fa bbbene” … i camerieri, terrorizzati, anzichè portarci le portate nei piatti, ce le mettevano dentro insalatiere e guai a non finire tutto.
Terminato il pasto, con una guida locale si passa alla visita del centro storico della città: “questo è il duomo, ma è chiuso” – “questa è una chiesa molto interessante, ma è chiusa” – “qui potete rilassarvi un po’ e prendere un caffè, ma non accettano euro”…..insomma, una gran bella organizzazione.
Alla fine però, ci si va a godere il tramonto in riva la mare, con tanto di musica ricavata dal movimento delle onde, davvero spettacolare.
Chiediamo di farci fare una foto e il gentile compagno di pellegrinaggio dice: “con flash o senza?” decide per il senza, visto che dietro di noi il tramonto è davvero uno spettacolo: risultato, si vede un tramonto da paura e noi due siamo due macchie nere in pieno controluce….no ma grazie neh.
Si risale sul pullman verso le 18:30 alla volta di Gospic, per cena e pernottamento.
Arrivati ci si sistema nelle camere e si va a cena dove le discussioni sono inevitabilmente molto mistiche…..al termine, per dare un tocco di vita reale, decido di rovesciare la sedia che, provvidenza, finisce in pieno sul carrello dove la cameriera aveva appena raccolto bicchieri e bottiglie…..il pagamento dei danni lo rateizzo in 5 anni a interessi zero.
Si va a nanna, pronti ad affrontare le 14 ore di viaggio che ancora ci aspettano il giorno dopo, prendendo tristemente atto che ormai il culo ha la forma del sedile…buona notte

4 ottobre
Sabato 4 ottobre: sveglia, colazione dove, per sfinimento, tutti alzano bandiera bianca e si arriva ad un trattato di pace sancito da pane burro e marmellata, cereali e caffellatte.
Si parte alle 8:00 per l’ultimo sforzo verso casa: ogni fermata ad un autogrill viene accolta da una ola e standing ovation dovute più alle vesciche piene che a reale convinzione.
Si giunge a Obrov, ridente località della Slovenia, dove ci si ferma per pranzo in un ristorante immerso nei boschi. Nonna ha provveduto affinchè avessimo un posto a sedere e 5 camerieri dedicati a riempire piatti e bicchieri appena fossero vuoti.
Durante una pausa, esco per prendere una boccata d’aria e noto alcune persone davanti a una piccola struttura, in adorazione: penso vi sia una immagine della Madonna e vado a vedere. In realtà trattavasi di sana porchetta in fase di cottura all’interno di un gigantesco barbecue: madonna o no, la porchetta è sempre la porchetta.
Al termine del pranzo i fumatori si accaniscono sui propri pacchetti di sigarette, consci che per ore la dose di nicotina non potrà essere assunta.
Durante il viaggio si scatena, ad un certo punto, la diatriba sul dove ci si trova: “siamo in Italia” – “siamo ancora in slovenia” – “siamo a verona” – “siamo a venezia” – io ho letto il cartello piacenza” ….. il parroco, ex compilatore di mappe per navigatori, ha un ictus e un infarto, dopodichè afferma: “basta, ci rinuncio, fate come cazzo vi pare”.
Ultima fermata in autogrill per la cena, dove ormai ci si muove come automi nella più totale inconsapevolezza di luogo e data e forse anche di se stessi.

Il casello di Villanova d’Asti viene salutato come un’apparizione divina e ad ogni fermata per scaricare pellegrini ci si saluta con calore: “sì sì. ciao, sbrigati a scendere che qua si fa notte”.
Finalmente arriva la nostra fermata: si scende con passo incerto e circolazione alle gambe praticamente azzerata, si recuperano le valige e si arriva finalmente a casa dalla quale si ha la sensazione di mancare da un mese.
Seguono saluti, baci, abbracci finchè la voglia di diventare un tutt’uno col materasso ha il sopravvento e ci si riappropria del proprio letto.

Qualcosa comunque resta dentro, qualcosa che, in questo tragicomico pellegrinare, ha comunque raggiunto la parte più intima di noi. C’è chi la chiama fede, chi la chiama pace, chi la chiama serenità…..ognuno la chiami come vuole, fatto sta che è lì e credo ci resterà a lungo finchè non decideremo cosa farne e come concretizzarla nella nostra vita. Una cosa è certa, ripensando a questa settimana, si è ritornati un po’ più ricchi e non credo che sia una cosa che si possa dire di ogni viaggio che facciamo……..Grazie a tutti per l’attenzione e per aver condiviso con noi questo piccolo racconto a puntate, a volte dissacrante, a volte ridicolo, ma non credo che lassù se la prenderanno: suppongo che abbiano un grande senso dell’umorismo e una gran pazienza, altrimenti non si spiegherebbe perchè non ci si sia ancora estinti. Un saluto a tutti.

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