mercoledì 10 novembre 2021

L'importanza di due vocali

Gli esseri umani (a volte disumani) hanno una gran capacità di stupirmi; a volte per l’altezza delle vette che riescono a raggiungere, più spesso, ahimè, per la bassezza morale che lasciano trasparire senza nemmeno troppa vergogna.

Capita così che che ti soffermi quasi incantato ad ascoltare o a leggere le parole di gente come Gino Strada che porta avanti progetti tanto ambiziosi quanto drammaticamente seri e pericolosi e magari prendi spunto per tentare di essere un po’ migliore.

Capita altre volte, al contrario, di restare senza parole di fronte alla pochezza e alla bassezza di alcuni personaggi che si permettono di esternare concetti tanto volgari da poter essere considerati pura pornografia intellettuale (con mille scuse per chi fa la pornostar di professione).

Un caso tipico sono le recenti affermazioni dell’onorevole (???) Borgezio riguardo la nomina del ministro di colore (ma ancora con questi concetti siamo alle prese?) Cécile Kyenge, affermazioni che gli sono costate l’espulsione dal gruppo parlamentare di euroscettici Efd (ma non dalla lega!!!). Che dire, una vera chicca che si va ad aggiungere alle tante altre dette a fatte in precedenza.

Ma oggi mi sono soffermato particolarmente sugli eventi legati al processo di appello per il caso Eternit: sarà che il processo si svolgeva nella mia città (ormai tristemente nota anche per i fatti della ThyssenKrupp), ma vedere una condanna a 18 anni per disastro ambientale doloso (sottolineo disastro e sottolineo doloso), non nascondo che mi abbia dato un senso di giustizia che raramente riesco a provare.

Ma come tutte le cose belle, la gioia è durata poco: a rovinarla quel genio dell’avvocato difensore che, sicuramente a causa dello sconforto dovuto alla bruciante sconfitta, ha fatto una di quelle affermazioni che, prese da sole non vogliono dire molto, ma inserite in un contesto come quello del processo Eternit, pesano come un elefante sovrappeso e anche zavorrato, tanto per gradire.

Il fenomeno in questione, tale Astolfo Di Amato, a seguito della sentenza di colpevolezza (18 anni contro i 16 del primo grado), non ha avuto niene di meglio da dire che: “Ora nessuno investirà più in Italia”.

I miei già provati attributi sono crollati all’istante creandomi anche alcuni momenti di imbarazzo nell’atto di cercarli e raccoglierli da terra, ormai privi della benchè minima capacità di sopportare oltre.

Ma come, caro avvocato (e le assicuro che è un atto di cortesia chiamarla tale e comunque la minuscola è voluta), il suo cliente è stato ritenuto colpevole di una delle stragi bianche più clamorose degli ultimi decenni che potrebbe anche tramutarsi in una imputazione per omicidio volontario nel procedimento Eternit bis e lei dice che questo sarà causa di mancati investimenti in Italia?

Si rende conto caro avvocato (proseguo nella cortesia e nelle minuscole) che lei sta affermando che un’azienda, per investire nel nostro paese, dovrebbe vedersi garantire la possibiltà di eludere tutte le regole di tutela della salute e della sicurezza dei propri lavoratori e della popolazione?

Davvero lei auspica questo tipo di paese per sè e per i propri figli?

Davvero lei crede che un qualsiasi essere umano dotato di almeno due neuroni, avvallerebbe questa sua affermazione?

Quindi aziende come la l’Oreal, che sta per realizzare proprio alle porte di Torino il primo stabilimento in Europa ad emissioni zero di CO2, sono gestite, secondo la sua visione del mondo, da pazzi visionari, incapaci, sognatori, illusi e anche un po’ pirla?

Caro avvocato (e daje), mi creda, questo paese non ha certo bisogno di altri imprenditori trafficoni, pronti a vendere la propria madre o la pelle della gente in nome del profitto, già ne abbiamo tanti.

Citando la frase di un vecchio film (ma nemmeno tanto vecchio): “questo paese ha problemi seri e ha bisogno di gente seria per risolverli”

Mi creda signor Astolfo, capisco la sua frustrazione di uomo (va beh) e di legale (va beh 2 la vendetta), ma per cortesia, glielo chiedo per favore, pensi a quello che ha detto e tenti, in perfetto italian style, una smentita riparatrice; almeno provi a dire che è stato frainteso e recuperi quel minimo sindacale di dignità che le consentirebbe di non doversi sputare in faccia ogni volta che si specchia (mi raccomando, prenda bene la mira).

Questo paese, ogni paese se mi permette di estendere il concetto, ha bisogno di RICETTE industriali non di RICATTI industriali…sono solo due vocali di differenza, ma creda, sono una discriminante fondamentale.

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