Io ho a cuore
chi non ce la fa
chi non sa
che pesci pigliare.
Ho a cuore chi nel dubbio
arretra
desiste
depone
tace.
Ho a cuore chi non
occuperà pagine di giornale
chi sceglie il meno peggio
abita l’immaginazione.
Ho a cuore
chi sta sveglio di notte
chi conosce i salti della follia
i giorni della malattia
chi sogna a occhi aperti
e resta un segreto.
Ho a cuore
chi ha un destino — e il suo fardello —
chi si sgretola
chi sbriciola desideri
chi sa la dissoluzione
chi rammenda
e non sa ricostruire da zero
chi lascia gli oggetti al tempo
chi porta il dolore
come si porta un braccio
un fegato
un alluce.
Ho a cuore chi non ha
le parole, ma sa riconoscerle
e ho a cuore chi ascolta.
Ho a cuore le vite ordinarie
chi non ha lezioni da dare
chi aspetta apparizioni
chi viene ricordato
per sottrazione.
Ho a cuore l’ingenuità.
Io ho a cuore
chi svuota e rispetta
tempo e spazio
chi mette da parte
provviste
monete
per gli inverni
chi alza le spalle
chi le ha curve
chi scosse
i guasti
gli smarginati
gli incrinati.
Io ho a cuore
l’umanità sommersa
invisibile
che non perde
perché non è in gara.
(Claudia Mencaroni, “Materiale di resistenza”)
lunedì 3 marzo 2025
Avere a cuore...
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