lunedì 15 novembre 2021

I matti non hanno il cuore

“I matti non hanno il cuore, o se ce l’hanno è sprecato…”

(Francesco De Gregori – I matti)

Curiosamente noto, in una via Garibaldi affollata, che tutti o quasi hanno l’espressione seria, alcuni annoiata, altri decisamente segnalatrice di un livello di scazzo ormai in rosso fisso…scena che si ripete ogni volta che passeggio per Torino, dove la maggior parte della gente, nonostante sia in giro a godersi il proprio tempo libero, sembra che sia più incazzata di quando quel tempo lo deve occupare in quell’attività tanto criticata quanto cercata che è il lavoro.

A interrompere il mio osservare arriva la musica lontana di una banda che suona la marcia dei bersaglieri; è il primo giugno e immediatamente penso a una anticipazione della festa della repubblica, percui inizio a guardarmi in giro per capire da dove arrivino quelle note, attendendo il passaggio dei musicisti col caratteristico copricapo.
La musica è sempre più vicina, ma della banda nemmeno l’ombra e inizio a dubitare del mio udito, anche perché nessuno sembra imitare il mio atteggiamento.

Poco dopo scopro il perché: un signore sulla sessantina, alto abbastanza da poterlo definire basso, molto basso, sta passeggiando a passo spedito portando sulle spalle uno zaino da cui escono due casse che fans del trap levatevi proprio. Quelle casse sono l’origine della marcia che lui trasmette senza soluzione di continuità per tutta la via.
Cammina e quando incrocia uno sguardo sorride e con un cenno del capo tanto delicato quanto educato, saluta e prosegue nella sua marcia senza curarsi di nulla, fiero e contento di fare quello che fa.

Nulla di così strano, tutto sommato, se non per il fatto che mi rendo conto che tutte quelle facce, prima incazzate, annoiate e scazzate, ora hanno un sorriso stampato sulle labbra mentre commentano lo strano fuori programma.

E forse “i matti non hanno il cuore o se ce l’hanno è sprecato”, ma il dono del sorriso è un atto che va oltre la pazzia, oltre il cuore stesso…è un minuscolo dono del creato, contagioso nella sua semplicità, candido nella sua purezza, potente nella sua immensità…

E allora, caro signore, continui a marciare con le sue casse portando un sorriso a chi incontra, perché forse i veri pazzi siamo noi. 

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