Non mi sono mai posto il problema del concetto di famiglia legato alla
eterosessualità della coppia, convinto che ci sia famiglia ovunque siano
presenti amore e sostegno reciproco…ed è evidente che la follia del
genere umano possa risiedere in qualsiasi contesto, sia questo associato
alla parola “normale” (nel suo significato nazional cattolico bigotto
perbenista), o associato a coppie di diversa composizione.
Quindi
leggere, per l’ennesima volta, di una ragazzina di 13 anni violentata
ripetutamente dal papà, con il silenzio e a volte la complicità della
mamma, dimostra che i valori da difendere non sono quelli che di
facciata ci rassicurano che tutto è come deve essere (ma poi com’è che
deve essere?), ma sono quelli che garantiscono un ambiente dove le
persone vivono in armonia tra loro, garantendo a se stesse e a chi le
circonda, una vita serena dove poter crescere circondati da
quell’affetto e quelle attenzioni che concorrono in modo fondamentale a
creare esseri umani e non mostri o vittime.
Occorrerebbe ragionare
molto su questo, anziché declamare slogan preconfezionati con l’unico
obiettivo di colpire gli elettori sulla pancia.
E questo vale per qualsiasi parte coinvolta in questo dibattito.
Se il centro di tutto non è l’amore, allora è un centro sbagliato.
lunedì 15 novembre 2021
Il centro di tutto
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