martedì 3 settembre 2024

Il potere della musica

 Da sempre la musica riveste un ruolo primario nella mia vita e non parlo solo di ascolto, ma di emozioni, di sentire qualcosa che si muove dentro...a volte persino di adottare uno "stile di vita".


Purtroppo per chi mi sta vicino, la passione più travolgente mi sono trovato a provarla per il rock in tutte le sue sfumature, dalle più classiche, alle più estreme seppur con un allargamento degli orizzonti che mi porta ad abbracciare, saltuariamente, anche generi diametralmente opposti.


Riconoscendo alla musica un potere universale in termini di linguaggio e di capacità di coinvolgimento delle persone, appiattendo di fatto ogni possibile distinzione, trovo davvero interessante quando i suoi generi si mischiano unendo aspetti che apparentemente sono distanti anni luce, ma che in realtà fanno parte dello stesso grande "miracolo" che 7 piccole note perpretano da secoli.


Ieri sera ho assistito ad un programma musicale in cui un quartetto d'archi proponeva, rivisitati, alcuni classici del rock, a partire dai Led Zeppelin fino ad arrivare ai System of a Down.


Lo scetticismo iniziale è stato immediatamente spazzato via alle prime note di kashmir e il susseguirsi dei vari brani, fino alla conclusione con Toxicity,  mi ha regalato un'esperienza musicale, sensoriale ed emozionale di rara intensità.


Complice un'atmosfera "magica" regalata dalla sola illuminazione delle candele, mente e cuore si sono cullati e stupiti davanti a quello spettacolo.


E ancora una volta il potere della musica, la sua capacità di unire le persone, la sua vocazione nel saper trasformare le differenze in ricchezza, si sono manifestati in tutta la loro magnificenza, annullando per più di un'ora tempo e spazio e trasportando tutti in un viaggio la cui destinazione era la bellezza e forse anche un po' di pace interiore, cosa di cui c'è tanto bisogno.


Uno spettacolo appagante, emozionante...di quelli che ti porti dentro insieme a tutte le cose e le persone a cui hai pensato nell'assistervi. 


Dio benedica la musica (e soprattutto il rock)


Un grazie agli artisti dell' #elixirensemble per aver regalato a tutti i presenti tutto questo...oggi come oggi non è poco.


 

mercoledì 26 giugno 2024

Dedicato a...

 Perché tu sei bellissima per me?

Partendo dal concetto di bellezza, l’essere umano presuntuosamente tenta di definirne i parametri oggettivi che ne vadano a definire le caratteristiche; con questi presupposti, ogni cosa ed ogni persona sarebbe in qualche modo inseribile in una ipotetica scala di valori, attraverso la quale quantificare la propria bellezza.

E se da un punto di vista scientifico potrebbe anche avere un senso, manca del tutto la considerazione del gusto personale e, soprattutto, manca del tutto il coinvolgimento di tipo emotivo che ognuno di noi, in quanto essere umano, porta dentro di sé.

La questione quindi non è la bellezza rapportata ad un modello prestabilito, ma la bellezza rapportata alla soggettività di chi osserva, di chi «sente» ciò che ha di fronte valutandolo secondo i propri parametri che non sono oggettivi, ma sono il frutto della propria maturazione e del proprio sviluppo del senso del bello.

Ecco, le due parole che creano la discriminante sono proprio queste: «quantificare» e «senso»…una quantificazione della bellezza ne riduce, se non addirittura annulla, tutto il fascino dettato dalle emozioni, riducendola ad un mero calcolo. Di contro il senso, o meglio i sensi, ne esaltano proprio la parte più intima e personale portando la soggettività e prevaricare l’oggettività.

Siamo individui e come tali viviamo delle nostre sensazioni, ognuno con le sue, ognuno diverso da chiunque altro; ciò che è bello per me probabilmente non piacerà a qualcun altro e viceversa ed è questa la meraviglia degli esseri umani, la loro ricchezza: la diversità.

Tornando a te, il perché io ti veda bellissima (mancando di credibilità a tuo dire), passa quindi proprio da tutta quella parte emotiva e indiscutibilmente personale che mi porto dentro e che definisce il mio modo di vedere il mondo…di vedere te.

I parametri di cui parlavo, a questo punto, diventano utili come l’acqua santa all’inferno; la tua bellezza, per me assoluta, è fatta delle tue imperfezioni, delle tue forme, del tuo parlare, del tuo carattere; è fatta dei momenti dolci, di quelli passionali, delle «litigate», del tuo esserci.

E può anche darsi che il mio giudizio sia condizionato dai sentimenti, ma è altrettanto vero che i sentimenti non nascono verso qualcuno che non ci piace. Mi sono innamorato di te, tuo malgrado, proprio per la tua bellezza; e in questo caso con il termine «bellezza» non intendo solo quella esteriore (che di te vedo da sempre), ma mi riferisco a tutti gli aspetti che compongono la tua persona, o almeno a quelli che fino ad ora ho avuto il piacere e l’onore di conoscere e vivere.

E spesso mi dici che è impossibile che non ci sia nulla che non mi piaccia di te. Ma la questione non è quella: la questione è che il processo di conoscenza che stiamo ancora vivendo e che evidenzia anche le nostre differenze di vita e di approccio al nostro rapporto, assegna proprio a quelle differenze il valore aggiunto che rappresentano.

L’amore è fatto anche (e soprattutto) di accettazione dell’altro per ciò che è finchè ciò che è rappresenta per noi il concetto di bellezza, in ogni suo significato.

Ecco perché tu per me sei bellissima…lo sei sempre stata e più passa il tempo, più questa tua bellezza mi riempie la vita.

Questo è. Punto

venerdì 10 maggio 2024

Guardare o Vedere: c'è molta differenza

"La persona che vede, infatti, non ha semplicemente guardato, ma si è spinta oltre raggiungendo l'obbiettivo dell'osservazione: ha capito, ha compreso, l'oggetto precedentemente guardato. Ha visto, appunto. Guardare è quindi condizione necessaria, ma non sufficiente per poter andare oltre: riuscire, cioè, a vedere."
(definzione presa dal web)

La vita, sia essa reale o virtuale, ci pone sempre di fronte persone nuove con le quali decidere se intraprendere un percorso di conoscenza e soprattutto con quali aspettative.
E sono proprio le aspettative o meglio le nostre intenzioni a definire il come ci approcceremo a tali persone.

Ma può succedere che queste stesse aspettative cambino nel tempo e a concorrere a questo cambiamento subentrano due fattori fondamentali: volersi mettere in posizione di ascolto verso l'altro e soprattutto essere degno della sua fidicia in modo tale che si possa "aprire" lasciandoci entrare pian piano nel suo mondo.

Quando questo accade, ed è molto raro che succeda, inevitabilmente subentrano aspetti emotivi ed emozionali che all'inizio non erano preventivati; e si inizia a vedere laddove si guardava solamente, si inizia a scoprire un universo molto spesso inaspettato e affascinante, anche nei suoi aspetti più drammatici.

Ma riuscire a fare questo richiede volontà di farlo; conoscere una persona richiede tempo, tanto tempo e fatica. Fatica nel cercare di capire l'altro, fatica nel cercare di farsi capire. E poi fiducia, pazienza, comprensione, chiarezza, sincerità...tutte cose che richiedono un impegno che la velocità di questo mondo spesso bloccano.

Eppure quando lo si fa, a prescindere da cosa porti tutto questo, si spalancano porte verso quello che, in fin dei conti, è la vera essenza di questa vita...ed è l'amore, in qualsiasi forma si manifesti.

mercoledì 8 maggio 2024

Brevi considerazioni (in)utili

 Prologo:

mi sono ormai convinto che la maggior parte delle persone che visita un profilo in qualsiasi community virtuale, al di là del come ci arrivi, si limiti a guardare la foto profilo (se c'è) e la descrizione profilo, senza considerare ulteriori contenuti.

Quindi sono consapevole che quanto scritto qui non avrà grandi effetti ma come si dice, io l'ho scritto, al massimo sei tu che non l'hai letto.

Fatta questa premessa ci tengo a sottolineare pochi concetti che tenterò di riassumere qui di seguito.

Capitolo 1 (e unico)

1. Una community virtuale nasce come punto di condivisione e di dialogo tra persone che, diversamente, non avrebbero opportunità di interagire: il fatto che in molti la usino come agenzia matrimoniale o come terreno di caccia a fini sessuali (a tratti anche con esplicite proposte osceMe), non significa che questo sia l'unico utilizzo possibile.

2. Ognuno, si spera nei limiti del decoro e del rispetto dell'altrui e della propria dignità, condivide i contenuti che più ritiene opportuni: se non si è d'accordo con essi, non bisogna sentirsi in obbligo di commentare in modo offensivo, basta passare al profilo successivo seguendo il consiglio che il sommo poeta scrisse nella Divina Commedia "Non ti curar di loro ma guarda e passa"

3. Le persone non vivono online, pertanto se a un messaggio non arriva una risposta immediata, non è necessario uscire di senno...non so voi, ma siamo in molti ad avere una vita

4. Ho 53 anni, non sono una cariatide ma nemmeno un ragazzino, quindi le poche amicizie che ho, le ho costruite in anni di rapporto "in presenza" condividendo lunghi tratti della mia vita. Il virtuale è un'occasione per scambiare idee più o meno serie con altre persone, nulla di più, nulla di meno. Il termine "amicizia" è una cosa seria, per favore non abusiamone pensando che sia applicabile a due persone che si scambiano pochi messaggi quando possono.

5. Non sono un santo, ma nemmeno un demonio: sono un essere umano con le sue idee, le sue incoerenze, i suoi sbagli e i suoi pregi; fa parte della vita. Tutto questo lo rispetto in chiunque, di riflesso pretendo che tale rispetto mi sia dato. Se cerchi la rissa, sappi che troverai solo un muro di gomma.

Epilogo:

Credo profondamente nella libertà di ognuno di approcciarsi a certi contesti e alle persone come ritiene più opportuno, ma abusando di una frase ormai logora per quanto è stata citata, ricordiamoci tutti che "la tua libertà finisce dove inizia la libertà dell'altro".

Buona navigazione e grazie per il tuo passaggio qui.

Impegnarsi

 Tante persone si definiscono "impegnative" quasi fosse una peculiarità distintiva.

Beh, io non ho mai conosciuto una persona che non sia impegnativa, anzi mi rendo conto che tutti lo siamo, anche, e forse soprattutto, coloro che apparentemente sembrano trasparenti, lineari, accondiscendenti.

Ognuno si porta dietro un bagaglio di vita che aumenta di peso man mano che gli anni passano e questo bagaglio fa di noi ciò che siamo e come decidiamo di approcciarci al mondo; più è pesante quel bagaglio, più impegnativi siamo, nessuno escluso.

Quindi la questione non è tanto se siamo impegnativi o meno, ma quanto ognuno di noi ha intenzione di impegnarsi davvero per costruire rapporti interpersonali degni di questo nome.

Tutto i resto sono solo parole da post in una community.

Dio salvi la Regina...

 Never mind the bollocks…c’era una rabbia autentica in quell’album, probabilmente in quella intera generazione.
Le logiche di mercato non erano ancora così spinte e l’anima del rock (in questo caso del punk rock), quella più pura, era ancora forte; un’anima fatta di ribellione, di contestazione, di voglia di riscatto che non si traduceva nell’avere macchinoni e orologi da migliaia di euro (come pare invece sia oggi in alcuni contesti musicali), ma nello “sputare” su un certo tipo di sistema sociale contestandone l’ipocrisia dilagante.
Purtroppo spesso questa ribellione si è rivelata autodistruttiva e, come tale, si è auto estinta, ma resta un messaggio forte seppur vi siano poche orecchie in grado di sentirlo.
Quella forma di protesta ha utilizzato il veicolo forse più immediato e comprensibile: la musica. E quella musica, seppur involontariamente, ha contribuito a creare coscienze, roba che oggi come oggi non esiste quasi più e forse potremmo togliere il quasi.
Ci siamo cresciuti con quella roba e Dio solo sa quanto ci manchi tutto quell’ardore...ma vive comunque in noi perchè ci ha segnati in modo indelebile.

Dio benedica il rock!

venerdì 3 maggio 2024

Splendide Creature

Stamattina scendendo dalla collina avevo lo spettacolo delle montagne davanti agli occhi; il cielo diviso a metà tra nuvole e sereno e il sole che illuminava le cime imbiancate dell'arco alpino intorno alla città...non ci farò mai l'abitudine a tanta bellezza e mi è venuto da pensare a quanto in fondo siamo piccoli, insignificanti, di passaggio se paragonati a tanta maestosità...eppure è incredibile quanto una sola persona, che come noi è solo un granellino di sabbia nel deserto, possa diventare per noi un intero mondo...possa diventare il nostro mondo, oscurando tutto il resto.
Siamo esseri magnifici quando vogliamo...

venerdì 10 marzo 2023

Per tutta la vita

Fissavo quel volto con la consapevolezza di avere di fronte la persona con cui avrei passato il resto della vita.

La persona che non avrebbe potuto mentirmi e alla quale non avrei potuto mentire.

La persona che non mi avrebbe mai lasciato e che non avrei mai lasciato.

La persona che sapeva davvero tutto di me e di cui sapevo tutto.

Un'anima sola, un corpo solo finché morte non ci avrebbe separati.

Poi mi voltai, lasciai lo specchio alle mie spalle e mi incamminai verso la vita.

domenica 2 ottobre 2022

Nostalgie musicali

Il buon caro vecchio vinile.

C'era una gestualità nell'ascolto della musica.

C'era un prendere un oggetto fisico e per certi versi delicato.

C'era il poggiarlo delicatamente sul piatto per pulirlo dalla polvere e liberarlo dalle cariche elettrostatiche.

C'era il muovere la testina del giradischi al punto giusto e vederla scendere piano verso quella promessa di buona musica che girava sotto i nostri occhi, fino a renderne illeggibile l'etichetta.

C'era un'attesa e poi c'era quel TAC che segnava l'inizio di un'esperienza sensoriale unica.

Non era solo ascoltare musica, era averne cura.

Era quasi un rito pagano.

Necessità

Chiacchierando con il mio insegnante di chitarra, alla mia frase “renderei un obbligo di legge imparare uno strumento, o dipingere, ballare, scolpire…” la sua risposta è stata una delle migliori affermazioni che abbia mai sentito: “è vero, perché affacciarsi a una forma d’arte ci costringe a rapportarci col bello e questo ci rende meno tolleranti verso il brutto, quindi in un certo senso l’arte contribuisce a creare persone migliori e di riflesso, un mondo migliore”.

Era una chiacchierata giusto per staccare un attimo dalla lezione, ma questa sua affermazione mi ha fatto riflettere molto.

E in occasione del “concerto” di fine anno della scuola di musica, vedere alternarsi sul palco artisti in erba e altri ormai pienamente padroni del proprio strumento o della propria voce, mi ha riportato a quelle parole ed a come siano dannatamente vere.

Da un lato giovani allievi alla ricerca di quella bellezza, dall’altro musicisti e cantanti che quella bellezza la stanno facendo fruttare…ma in tutto questo c’è un punto in comune: la gioia di esprimerla questa bellezza.

Recita una frase “l’arte è una necessità umana” e osservando quei ragazzi mi rendo conto di quanto sia vero, di quanto l’arte porti in sé la gioia sia di chi la pratica, sia di chi ne usufruisce da spettatore.

E forse è vero che di arte non si campa (salvo alcune eccezioni), ma è anche vero che non si campa senza arte, perché è inutile nutrire il corpo se poi non si nutre anche l’anima.