lunedì 6 ottobre 2025

Abbiate cura

Abbiate cura
di chi vi fa pace nel cuore,
di chi vi perdona,
di chi vi aspetta.
Abbiate cura
di chi vi tiene insieme
quando vi state perdendo.

Abbiate cura
dei cuori stanchi,
degli occhi che hanno visto troppo.
Abbiate cura
di chi vi parla piano,
di chi vi insegna ancora dolcezza.

Abbiate cura
dei sogni che resistono,
dei giorni che vi rimettono al mondo.
Abbiate cura
di chi vi prende per mano
e vi riporta alla luce.

Abbiate cura
di chi vi fa sentire abbastanza,
anche nei vostri sbagli.
Abbiate cura
di chi vi abbraccia come cura,
di chi vi chiama “noi”.

Abbiate cura
di chi non vi chiede maschere,
di chi ama il vostro disordine,
di chi vi trova belli anche così.
Abbiate cura
dei cuori gentili,
dei respiri veri,
di chi vi tiene stretti all’anima.

Abbiate cura
delle notti stanche,
dei pensieri che bussano,
dei sogni che resistono.
Abbiate cura
di chi vi fa luce dentro,
di chi vi chiama “vita”
anche nei giorni spenti.

Abbiate cura
delle parole gentili,
dei pensieri buoni,
di chi vi parla col cuore.
Abbiate cura
di chi non urla mai,
di chi vi fa ridere
quando vorreste piangere.

Abbiate cura
di chi vi lascia essere,
di chi non vi cambia,
di chi vi capisce lo stesso.
Abbiate cura
dei vostri respiri lenti,
dei momenti veri,
della gentilezza.

Abbiate cura
di chi vi tiene il dolore,
senza spiegarlo,
senza fuggire.
Abbiate cura
di chi vi sta accanto
come una preghiera.

Abbiate cura
di chi vi parla piano,
come si parla alle ferite.
Abbiate cura
di chi vi salva
senza neppure saperlo.

Abbiate cura
delle anime silenziose,
di chi vive con pudore.
Abbiate cura
delle mani che curano,
dei sorrisi
che riparano il mondo.

Abbiate cura
delle vostre stanchezze,
sono cicatrici di grazia.
Abbiate cura
della tenerezza,
è l’unico linguaggio
che non ferisce.

Abbiate cura
della parte che trema,
del cuore che ancora si apre.
Abbiate cura
del poco,
perché lì dentro
sta l’immenso.

Abbiate cura
della vita che vi attraversa,
anche quando fa male.
Abbiate cura
del mistero che siete,
non smettete mai
e poi mai
e poi mai
e poi mai
di cercarvi.

(Anonimo) 

martedì 23 settembre 2025

Diversità

 

Diversità.

Ragionavo su questa parola.

Diversità di vedute, diversità di modi di vivere, diversità di carattere, diversità fisiche, diversità legate a caratteri che raggruppano individui in gruppi omogenei: razza, appartenenza politica, religione, orientamento sessuale, ecc, ecc.

Il mondo è pieno di diversità di vario genere, tutte riconducibili all’oggettiva diversità di ogni essere umano rispetto ad un altro o, forse meglio, all’unicità di ogni essere umano ed alla sua irrepetibilità.

E spesso, se non sempre, queste diversità costituiscono la vera discriminante che va a regolare i rapporti umani, di qualsiasi natura essi siano, a partire dalla conflittualità fino ad arrivare all’amore con tutto ciò che si trova tra questi due estremi.

Ma ho anche pensato che noi osserviamo e notiamo la diversità altrui paragonando un soggetto 1 ad un un soggetto 2; soggetto 2 che molto spesso siamo noi stessi.

Quindi noi come termine di paragone per evidenziare e interpretare ciò che è diverso.

In tutto questo, però, credo che perdiamo di vista un fattore importante; se è vero che nessuno è paragonabile a qualcun altro, è altrettanto vero che ciò che noi siamo oggi non è paragonabile a ciò che eravamo anche solo 1 anno fa.

Ciò che perdiamo di vista, cioè, è la nostra diversità rispetto a noi stessi; il nostro mutare, il nostro evolvere, il nostro maturare.

Tutto sto pippone popolar-filosofico per arrivare al punto chiave della mia elucubrazione mentale probabilmente scatenata da un consumo eccessivo di sushi in un tempo troppo breve.

Il punto è che quando diciamo che quella data persona ha catturato la nostra attenzione, ha catalizzato i nostri sentimenti, ha spudoratamente e impietosamente conquistato il nostro cuore, lo diciamo giustificando questo nostro sentire col fatto che “è diversa da tutte le altre”…

Come direbbero i latini, “grazie al cazzo”, per forza è diversa, lo siamo tutti!

No, il punto non è che lei è diversa; il punto è che siamo diversi noi da quando quella persona c’è.

Il punto è che quella persona ci fa vivere e interpretare l’amore in modo totalmente diverso da chiunque altro prima di lei.

Il punto è che siamo noi a sentirci in modo diverso e, di riflesso, a sentire l’altro in modo diverso: unico nel vero senso della parola, per certi versi totalmente inedito e privo di qualsiasi elemento che sia paragonabile ad altro.

Le regole del gioco saltano completamente, le basi su cui poggiava il nostro modo di decodificare l’amore crollano, le decine-centinaia-migliaia di costruzioni mentali erette negli anni per gestire il principe dei sentimenti, improvvisamente scompaiono lasciando campo libero al nuovo…al diverso appunto.

Questo credo capiti una volta nella vita, se si è fortunati.

LA persona che spazza via tutto ciò che c’è stato prima.

LA persona che che fa emergere il noi stessi diverso o, forse, il noi stessi più vero, più genuino.

LA persona che più di chiunque altro dà valore al nostro mutare, regala un senso al nostro essere diversi, fa sì che il nostro sentirci in modo diverso migliori la nostra vita…ci permetta di sentirci migliori come esseri umani.

Tutte le directory che contengono le relazioni della nostra vita le prende e le archivia, poi fa “Pulsante Destro/Nuovo/Cartella/NOI”…l’ultima cartella, quella che non si cancella mai, che non si archivia mai, che si avvierà in automatico ad ogni avvio del sistema…anzi che costituisce il cuore del sistema stesso.

LA persona diversa da chiunque altro come tutti.

LA persona che da quando è entrata nella nostra vita ha fatto sì che fossimo diversi da qualsiasi versione di noi precedente.

E sentiamo…sappiamo che è la persona della nostra vita.

L’arrivare ad avere una storia o no è totalmente ininfluente riguardo questa affermazione.

Non è il tipo di rapporto a definire chi è per noi quella persona o come noi ci sentiamo con lei.

Ci sentiamo diversi, ci sentiamo bene, in tutta la nostra pienezza...nulla di più, nulla di meno.

Semplicemente diremo un "Ti Amo"…e forse per la prima volta queste parole saranno davvero sature del loro significato più puro.

"Ti Amo".

 Punto.

sabato 9 agosto 2025

Ogni maledettissimo giorno

Io non voglio conoscerti perfettamente. 
Non voglio sapere tutto di te.
Voglio che ogni giorno ci sia qualcosa da scoprire, un dettaglio nuovo, una sfumatura inaspettata.
Voglio conoscerti un giorno alla volta e ogni giorno scoprire la meraviglia di te e di te innamorarmi...fino alla fine dei tempi e anche un po' più in là. Fine. 

lunedì 23 giugno 2025

Si resta...

Alla fine ci si sente soli.

Figli delle nostre scelte.

Scelte fatte su fattori irrazionali.

Ci si infila in situazioni, in rapporti improbabili,

si spendono testa e cuore là dove si valuta ne valga la pena

senza saperne i perchè, ma accettandoli tutti quei perchè sconosciuti.

Si guarda con occhi la cui vista, prima di arrivare alla testa, passa dal cuore e il cuore, si sa, non mente mai.

E si resta quasi sospesi in un "nulla" che ha sapore di "tutto"; nessuna richiesta, nessuna pretesa, nessuna aspettativa.

Semplicemente si resta, perchè non c'è altra possibilità, perchè qualsiasi alternativa al restare non sarebbe accettabile, perchè quel muscolo involontario che saggiamente è stato messo al centro del nostro corpo perchè ne è davvero il centro, continua a dirci che è giusto così, che chi si ha davanti può davvero essere la persona che fa la differenza.

E si resta soli, in una attesa che tale non deve sembrare: semplici osservatori di una vita altrui che scorre nella sua quotidianità normale, aspettando di capire se quell'amore vedrà mai concretizzarsi la sua possibilità di vivere pienamente.

Si resta alla finestra, affamati, a guardare attraverso i vetri chi sta mangiando e chiedendosi se mai quella fame potrà essere saziata.

Si resta lì, trattenendo le mille cose che si vorrebbero dire perchè si sa che non sarebbe giusto dirle.

Si resta immobili in bilico tra speranza e rassegnazione.

Come un acrobata sul filo, si tenta di mantenere un equilibrio sapendo che ultimare il percorso o cadere non dipende da noi, non solo.

E si pensa che tutto questo sia folle, che sia insensato.

Ma si resta lì, testardi come muli in nome di un amore che, citando un passaggio di un fumetto, "potrebbe richiedere tutto senza dare nulla".

Ma certi rischi si corrono perchè il possibile traguardo vale anche la possibilità di "morire" lungo il cammino per raggiungerlo.

E pensando a quel traguardo, così lontano, ci si sente forse un po' meno soli.

 

lunedì 3 marzo 2025

Avere a cuore...

Io ho a cuore
chi non ce la fa
chi non sa
che pesci pigliare.
Ho a cuore chi nel dubbio
arretra
desiste
depone
tace.
Ho a cuore chi non
occuperà pagine di giornale
chi sceglie il meno peggio
abita l’immaginazione.
Ho a cuore
chi sta sveglio di notte
chi conosce i salti della follia
i giorni della malattia
chi sogna a occhi aperti
e resta un segreto.
Ho a cuore
chi ha un destino — e il suo fardello —
chi si sgretola
chi sbriciola desideri
chi sa la dissoluzione
chi rammenda
e non sa ricostruire da zero
chi lascia gli oggetti al tempo
chi porta il dolore
come si porta un braccio
un fegato
un alluce.
Ho a cuore chi non ha
le parole, ma sa riconoscerle
e ho a cuore chi ascolta.
Ho a cuore le vite ordinarie
chi non ha lezioni da dare
chi aspetta apparizioni
chi viene ricordato
per sottrazione.
Ho a cuore l’ingenuità.
Io ho a cuore
chi svuota e rispetta
tempo e spazio
chi mette da parte
provviste
monete
per gli inverni
chi alza le spalle
chi le ha curve
chi scosse
i guasti
gli smarginati
gli incrinati.
Io ho a cuore
l’umanità sommersa
invisibile
che non perde
perché non è in gara.

(Claudia Mencaroni, “Materiale di resistenza”)

giovedì 23 gennaio 2025

Il dubbio

La parte emotiva di un essere umano è quella che gli permette di "sentire" ed esprimere le proprie sensazioni ed i propri sentimenti nei confronti di una svariata quantità di fattori.
Noi come soggetti emotivi possiamo emozionarci per l'arte, per uno sport, per un lavoro, ecc e queste sono le passioni.
C'è poi il fattore "essere umano" verso il quale la passione si trasforma in ciò che comunemente viene definito "sentimento".
A sua volta un sentimento può essere di diverse tipologie, dalle più negative come odio, disprezzo, indifferenza, avversione, alle più positive come amicizia e amore.

E credo che i sentimenti siano elementi estremi: estremi nel senso che non ammettono mezze misure, non sono dimmerabili per usare un termine più "moderno".
Un sentimento è dannatamente estremista, non può essercene un po', o c'è o non c'è.
Se sono amico davvero, lo sono fino al midollo.
Se amo, amo fino in fondo.

I sentimenti sono senza "se" e senza "ma", vogliono tutto da noi e se non possono averlo, allora ci sarà il nulla.

Leggevo tempo fa una frase: "se hai un dubbio, hai già la risposta"; ci ho ragionato molto su questo concetto e tirando le somme, anche rifacendomi alle mie vicende personali, non posso che essere d'accordo.

Perchè un sentimento non ha dubbi, mai!
Un sentimento non vive a metà, mai!
Un sentimento occupa tutto lo spazio e non ne cede un pezzettino, mai!

Nel momento in cui quel sentimento lo mettiamo in dubbio, stiamo solamente prendendo tempo per permettere a noi stesi di accettarne la fine e tutto ciò che ne consegue.

Insieme alla morte, i sentimenti sono l'unico elemento certo della nostra esistenza e su questo non ho dubbi. 

martedì 3 settembre 2024

Il potere della musica

 Da sempre la musica riveste un ruolo primario nella mia vita e non parlo solo di ascolto, ma di emozioni, di sentire qualcosa che si muove dentro...a volte persino di adottare uno "stile di vita".


Purtroppo per chi mi sta vicino, la passione più travolgente mi sono trovato a provarla per il rock in tutte le sue sfumature, dalle più classiche, alle più estreme seppur con un allargamento degli orizzonti che mi porta ad abbracciare, saltuariamente, anche generi diametralmente opposti.


Riconoscendo alla musica un potere universale in termini di linguaggio e di capacità di coinvolgimento delle persone, appiattendo di fatto ogni possibile distinzione, trovo davvero interessante quando i suoi generi si mischiano unendo aspetti che apparentemente sono distanti anni luce, ma che in realtà fanno parte dello stesso grande "miracolo" che 7 piccole note perpretano da secoli.


Ieri sera ho assistito ad un programma musicale in cui un quartetto d'archi proponeva, rivisitati, alcuni classici del rock, a partire dai Led Zeppelin fino ad arrivare ai System of a Down.


Lo scetticismo iniziale è stato immediatamente spazzato via alle prime note di kashmir e il susseguirsi dei vari brani, fino alla conclusione con Toxicity,  mi ha regalato un'esperienza musicale, sensoriale ed emozionale di rara intensità.


Complice un'atmosfera "magica" regalata dalla sola illuminazione delle candele, mente e cuore si sono cullati e stupiti davanti a quello spettacolo.


E ancora una volta il potere della musica, la sua capacità di unire le persone, la sua vocazione nel saper trasformare le differenze in ricchezza, si sono manifestati in tutta la loro magnificenza, annullando per più di un'ora tempo e spazio e trasportando tutti in un viaggio la cui destinazione era la bellezza e forse anche un po' di pace interiore, cosa di cui c'è tanto bisogno.


Uno spettacolo appagante, emozionante...di quelli che ti porti dentro insieme a tutte le cose e le persone a cui hai pensato nell'assistervi. 


Dio benedica la musica (e soprattutto il rock)


Un grazie agli artisti dell' #elixirensemble per aver regalato a tutti i presenti tutto questo...oggi come oggi non è poco.


 

mercoledì 26 giugno 2024

Dedicato a...

 Perché tu sei bellissima per me?

Partendo dal concetto di bellezza, l’essere umano presuntuosamente tenta di definirne i parametri oggettivi che ne vadano a definire le caratteristiche; con questi presupposti, ogni cosa ed ogni persona sarebbe in qualche modo inseribile in una ipotetica scala di valori, attraverso la quale quantificare la propria bellezza.

E se da un punto di vista scientifico potrebbe anche avere un senso, manca del tutto la considerazione del gusto personale e, soprattutto, manca del tutto il coinvolgimento di tipo emotivo che ognuno di noi, in quanto essere umano, porta dentro di sé.

La questione quindi non è la bellezza rapportata ad un modello prestabilito, ma la bellezza rapportata alla soggettività di chi osserva, di chi «sente» ciò che ha di fronte valutandolo secondo i propri parametri che non sono oggettivi, ma sono il frutto della propria maturazione e del proprio sviluppo del senso del bello.

Ecco, le due parole che creano la discriminante sono proprio queste: «quantificare» e «senso»…una quantificazione della bellezza ne riduce, se non addirittura annulla, tutto il fascino dettato dalle emozioni, riducendola ad un mero calcolo. Di contro il senso, o meglio i sensi, ne esaltano proprio la parte più intima e personale portando la soggettività e prevaricare l’oggettività.

Siamo individui e come tali viviamo delle nostre sensazioni, ognuno con le sue, ognuno diverso da chiunque altro; ciò che è bello per me probabilmente non piacerà a qualcun altro e viceversa ed è questa la meraviglia degli esseri umani, la loro ricchezza: la diversità.

Tornando a te, il perché io ti veda bellissima (mancando di credibilità a tuo dire), passa quindi proprio da tutta quella parte emotiva e indiscutibilmente personale che mi porto dentro e che definisce il mio modo di vedere il mondo…di vedere te.

I parametri di cui parlavo, a questo punto, diventano utili come l’acqua santa all’inferno; la tua bellezza, per me assoluta, è fatta delle tue imperfezioni, delle tue forme, del tuo parlare, del tuo carattere; è fatta dei momenti dolci, di quelli passionali, delle «litigate», del tuo esserci.

E può anche darsi che il mio giudizio sia condizionato dai sentimenti, ma è altrettanto vero che i sentimenti non nascono verso qualcuno che non ci piace. Mi sono innamorato di te, tuo malgrado, proprio per la tua bellezza; e in questo caso con il termine «bellezza» non intendo solo quella esteriore (che di te vedo da sempre), ma mi riferisco a tutti gli aspetti che compongono la tua persona, o almeno a quelli che fino ad ora ho avuto il piacere e l’onore di conoscere e vivere.

E spesso mi dici che è impossibile che non ci sia nulla che non mi piaccia di te. Ma la questione non è quella: la questione è che il processo di conoscenza che stiamo ancora vivendo e che evidenzia anche le nostre differenze di vita e di approccio al nostro rapporto, assegna proprio a quelle differenze il valore aggiunto che rappresentano.

L’amore è fatto anche (e soprattutto) di accettazione dell’altro per ciò che è finchè ciò che è rappresenta per noi il concetto di bellezza, in ogni suo significato.

Ecco perché tu per me sei bellissima…lo sei sempre stata e più passa il tempo, più questa tua bellezza mi riempie la vita.

Questo è. Punto

venerdì 10 maggio 2024

Guardare o Vedere: c'è molta differenza

"La persona che vede, infatti, non ha semplicemente guardato, ma si è spinta oltre raggiungendo l'obbiettivo dell'osservazione: ha capito, ha compreso, l'oggetto precedentemente guardato. Ha visto, appunto. Guardare è quindi condizione necessaria, ma non sufficiente per poter andare oltre: riuscire, cioè, a vedere."
(definzione presa dal web)

La vita, sia essa reale o virtuale, ci pone sempre di fronte persone nuove con le quali decidere se intraprendere un percorso di conoscenza e soprattutto con quali aspettative.
E sono proprio le aspettative o meglio le nostre intenzioni a definire il come ci approcceremo a tali persone.

Ma può succedere che queste stesse aspettative cambino nel tempo e a concorrere a questo cambiamento subentrano due fattori fondamentali: volersi mettere in posizione di ascolto verso l'altro e soprattutto essere degno della sua fidicia in modo tale che si possa "aprire" lasciandoci entrare pian piano nel suo mondo.

Quando questo accade, ed è molto raro che succeda, inevitabilmente subentrano aspetti emotivi ed emozionali che all'inizio non erano preventivati; e si inizia a vedere laddove si guardava solamente, si inizia a scoprire un universo molto spesso inaspettato e affascinante, anche nei suoi aspetti più drammatici.

Ma riuscire a fare questo richiede volontà di farlo; conoscere una persona richiede tempo, tanto tempo e fatica. Fatica nel cercare di capire l'altro, fatica nel cercare di farsi capire. E poi fiducia, pazienza, comprensione, chiarezza, sincerità...tutte cose che richiedono un impegno che la velocità di questo mondo spesso bloccano.

Eppure quando lo si fa, a prescindere da cosa porti tutto questo, si spalancano porte verso quello che, in fin dei conti, è la vera essenza di questa vita...ed è l'amore, in qualsiasi forma si manifesti.

mercoledì 8 maggio 2024

Brevi considerazioni (in)utili

 Prologo:

mi sono ormai convinto che la maggior parte delle persone che visita un profilo in qualsiasi community virtuale, al di là del come ci arrivi, si limiti a guardare la foto profilo (se c'è) e la descrizione profilo, senza considerare ulteriori contenuti.

Quindi sono consapevole che quanto scritto qui non avrà grandi effetti ma come si dice, io l'ho scritto, al massimo sei tu che non l'hai letto.

Fatta questa premessa ci tengo a sottolineare pochi concetti che tenterò di riassumere qui di seguito.

Capitolo 1 (e unico)

1. Una community virtuale nasce come punto di condivisione e di dialogo tra persone che, diversamente, non avrebbero opportunità di interagire: il fatto che in molti la usino come agenzia matrimoniale o come terreno di caccia a fini sessuali (a tratti anche con esplicite proposte osceMe), non significa che questo sia l'unico utilizzo possibile.

2. Ognuno, si spera nei limiti del decoro e del rispetto dell'altrui e della propria dignità, condivide i contenuti che più ritiene opportuni: se non si è d'accordo con essi, non bisogna sentirsi in obbligo di commentare in modo offensivo, basta passare al profilo successivo seguendo il consiglio che il sommo poeta scrisse nella Divina Commedia "Non ti curar di loro ma guarda e passa"

3. Le persone non vivono online, pertanto se a un messaggio non arriva una risposta immediata, non è necessario uscire di senno...non so voi, ma siamo in molti ad avere una vita

4. Ho 53 anni, non sono una cariatide ma nemmeno un ragazzino, quindi le poche amicizie che ho, le ho costruite in anni di rapporto "in presenza" condividendo lunghi tratti della mia vita. Il virtuale è un'occasione per scambiare idee più o meno serie con altre persone, nulla di più, nulla di meno. Il termine "amicizia" è una cosa seria, per favore non abusiamone pensando che sia applicabile a due persone che si scambiano pochi messaggi quando possono.

5. Non sono un santo, ma nemmeno un demonio: sono un essere umano con le sue idee, le sue incoerenze, i suoi sbagli e i suoi pregi; fa parte della vita. Tutto questo lo rispetto in chiunque, di riflesso pretendo che tale rispetto mi sia dato. Se cerchi la rissa, sappi che troverai solo un muro di gomma.

Epilogo:

Credo profondamente nella libertà di ognuno di approcciarsi a certi contesti e alle persone come ritiene più opportuno, ma abusando di una frase ormai logora per quanto sia stata citata, ricordiamoci tutti che "la tua libertà finisce dove inizia la libertà dell'altro".

Buona navigazione e grazie per il tuo passaggio qui.